DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

Le ossessioni possono essere definite come dei pensieri ricorrenti ed egodistonici, cioè non in linea con l’immagine e la percezione che il soggetto ha di sé: "le rappresentazioni ossessive sono sempre autoaccuse mascherate" (Freud, 1896). Pensieri, impulsi o immagini che si presentano con ripetitività nella mente della persona ma che, non voluti, vengono vissuti come irrazionali e incontrollabili. Tutti possono avere esperienze di pensieri che ripetutamente tornano alla mente però nel disturbo ossessivo l’intensità con cui si ripresenta il pensiero raggiunge livelli così alti da interferire eccessivamente, condizionandola oltremisura, nella vita della persona. Freud scrive, nel 1894 in "Ossessioni e fobie": "... il soggetto è soltanto riuscito a sostituire la rappresentazione incompatibile con un'altra, inadatta ad associarsi allo stato emotivo che, da parte sua, è rimasto sempre lo stesso. Questa mésalliance (falso nesso) tra stato emotivo e rappresentazione associata è ciò che conferisce alle ossessioni quel carattere d'assurdità che è loro proprio".
Le compulsioni sono invece delle azioni ritualizzate, azioni che devono essere compiute poiché si ritiene che il compierle allevierà l’angoscia provata dal soggetto. Azioni ripetute, ritualizzate, per mezzo delle quali si ritiene di poter combattere il disagio legato ai pensieri ossessivi o di poter evitare il verificarsi di qualcosa di terribile (una stessa azione deve essere ripetuta poiché si ritiene che se si cessasse di ripeterla le conseguenze sarebbero infauste). Azioni compulsive frequenti hanno a che fare con la pulizia (il lavarsi le mani continuamente, il pulire abiti o scarpe dopo essere rientrati in casa), o con l’ordine (riposizionare continuamente oggetti, metterli ‘a posto’ ), o con l’attribuzione di poteri magici/salvifici a certe pratiche (eseguire delle azioni specifiche con il corpo, ripetere parole o numeri, toccare determinati oggetti), o più direttamente con il controllo (controllare di aver spento la luce, chiuso il gas, chiusi i rubinetti, chiuso la porta). La compulsione è vissuta come strana, come irrazionale dalla medesima persona che la compie, ma non ne può fare a meno. A proposito delle compulsioni, nello stesso scritto sopra citato, Freud così si esprime: "... la rappresentazione originaria è stata sì rimpiazzata, ma non da un'altra; essa risulta sostituita da azioni o impulsi che, in origine, hanno servito come elementi di sollievo o come procedimenti protettivi, e che ora si trovano grottescamente associati a uno stato emotivo che non si adatta a essi, ma che è rimasto immutato e altrettanto giustificato di quanto lo fosse all'origine".
Sia nel caso delle ossessioni che in quello delle compulsioni la funzione primaria sembra essere quella di regolare o limitare l’angoscia provata; è infatti noto che i sintomi (i pensieri ossessivi o le azioni compulsive) crescono o diminuiscono in rapporto agli eventi stressanti vissuti dalla persona.
I sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo, per la tipologia di difese che vengono utilizzate (isolamento, formazione reattiva, intelletualizzazione, annullamento retroattivo), possono comportare importanti problemi a livello relazionale a causa delle tendenze controllanti e monopolizzanti che possono manifestarsi.
La persona che soffre di disturbi ossessivo-compulsivi è generalmente tormentata da una forte ambivalenza che la fa permanere in una condizione di costante indecisione, come paralizzandola, e necessita di un forte controllo per riuscire a contenere le pulsioni aggressive e sessuali che, di norma, vengono sperimentate nella quotidianità.
Bibliografia:
Sigmund Freud (1894), "Ossessioni e fobie", Bollati Boringhieri, 2003
Sigmund Freud (1896), "Le neuropsicosi da difesa", Bollati Boringhieri, 2003
Glenn O. Gabbard, "Psichiatria psicodinamica", Raffaello Cortina Editore, 1995
Le compulsioni sono invece delle azioni ritualizzate, azioni che devono essere compiute poiché si ritiene che il compierle allevierà l’angoscia provata dal soggetto. Azioni ripetute, ritualizzate, per mezzo delle quali si ritiene di poter combattere il disagio legato ai pensieri ossessivi o di poter evitare il verificarsi di qualcosa di terribile (una stessa azione deve essere ripetuta poiché si ritiene che se si cessasse di ripeterla le conseguenze sarebbero infauste). Azioni compulsive frequenti hanno a che fare con la pulizia (il lavarsi le mani continuamente, il pulire abiti o scarpe dopo essere rientrati in casa), o con l’ordine (riposizionare continuamente oggetti, metterli ‘a posto’ ), o con l’attribuzione di poteri magici/salvifici a certe pratiche (eseguire delle azioni specifiche con il corpo, ripetere parole o numeri, toccare determinati oggetti), o più direttamente con il controllo (controllare di aver spento la luce, chiuso il gas, chiusi i rubinetti, chiuso la porta). La compulsione è vissuta come strana, come irrazionale dalla medesima persona che la compie, ma non ne può fare a meno. A proposito delle compulsioni, nello stesso scritto sopra citato, Freud così si esprime: "... la rappresentazione originaria è stata sì rimpiazzata, ma non da un'altra; essa risulta sostituita da azioni o impulsi che, in origine, hanno servito come elementi di sollievo o come procedimenti protettivi, e che ora si trovano grottescamente associati a uno stato emotivo che non si adatta a essi, ma che è rimasto immutato e altrettanto giustificato di quanto lo fosse all'origine".
Sia nel caso delle ossessioni che in quello delle compulsioni la funzione primaria sembra essere quella di regolare o limitare l’angoscia provata; è infatti noto che i sintomi (i pensieri ossessivi o le azioni compulsive) crescono o diminuiscono in rapporto agli eventi stressanti vissuti dalla persona.
I sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo, per la tipologia di difese che vengono utilizzate (isolamento, formazione reattiva, intelletualizzazione, annullamento retroattivo), possono comportare importanti problemi a livello relazionale a causa delle tendenze controllanti e monopolizzanti che possono manifestarsi.
La persona che soffre di disturbi ossessivo-compulsivi è generalmente tormentata da una forte ambivalenza che la fa permanere in una condizione di costante indecisione, come paralizzandola, e necessita di un forte controllo per riuscire a contenere le pulsioni aggressive e sessuali che, di norma, vengono sperimentate nella quotidianità.
Bibliografia:
Sigmund Freud (1894), "Ossessioni e fobie", Bollati Boringhieri, 2003
Sigmund Freud (1896), "Le neuropsicosi da difesa", Bollati Boringhieri, 2003
Glenn O. Gabbard, "Psichiatria psicodinamica", Raffaello Cortina Editore, 1995
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