DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS

Fino a poco tempo fa il disturbo post-traumatico da stress non veniva considerato come una categoria a se stante ma trattata come una sindrome associata a stati depressivi e ansia.
Indagini successive che hanno evidenziato l’alto tasso di effetti invalidanti connessi con i traumi delle guerre e gli effetti negativi collegati con situazioni traumatiche di altro genere (incesto, abuso o violenza sessuale, ecc.) hanno spinto a riconoscere questa categorizzazione diagnostica.
Le vittime di un trauma, generalmente, sembrano oscillare tra il diniego dell’evento e la sua ripetizione compulsiva vissuta attraverso flashback o incubi. Altre manifestazioni sintomatologiche del Disturbo post-traumatico da stress possono essere un appiattimento affettivo (sino ad arrivare all’alessitimia, ossia l’incapacità di riconoscere e verbalizzare gli stati affettivi), uno stato di costante allerta, l’evitamento di stimoli che possono ricordare l’episodio traumatico ed episodi dissociativi (più raramente)
È da sottolineare che l’eventuale situazione traumatica vissuta non è condizione sufficiente per far si che si configuri un Disturbo post-traumatico da stress, ma dipende molto anche dai significati che la persona assegna all’evento: ciò che è legato, da una parte, alle specifiche variabili psicologiche della persona che entrano in gioco nella valutazione della situazione complessiva. Ossia sembra essere necessaria una personalità predisposta a sviluppare un Disturbo post-traumatico da stress, che sarebbe contrassegnata da aspetti quali: esperienza soggettiva di estrema paura, vissuto di impotenza, percezione di minaccia per la vita e di una potenziale violenza fisica.
Se la maggior parte delle persone non pare sviluppare un Disturbo post-traumatico da stress anche quando vive traumi significativi, d’altra parte, potrebbe essere sufficiente un trauma di modesta entità per scatenare un Disturbo post-traumatico da stress in certe persone. Dipende, dunque, dal significato soggettivo legato all’evento vissuto, ed è pensabile che circostanze attuali possano rievocare traumi passati.
Bibliografia:
Glenn O. Gabbard, "Psichiatria psicodinamica", Raffaello Cortina Editore, 1995
Indagini successive che hanno evidenziato l’alto tasso di effetti invalidanti connessi con i traumi delle guerre e gli effetti negativi collegati con situazioni traumatiche di altro genere (incesto, abuso o violenza sessuale, ecc.) hanno spinto a riconoscere questa categorizzazione diagnostica.
Le vittime di un trauma, generalmente, sembrano oscillare tra il diniego dell’evento e la sua ripetizione compulsiva vissuta attraverso flashback o incubi. Altre manifestazioni sintomatologiche del Disturbo post-traumatico da stress possono essere un appiattimento affettivo (sino ad arrivare all’alessitimia, ossia l’incapacità di riconoscere e verbalizzare gli stati affettivi), uno stato di costante allerta, l’evitamento di stimoli che possono ricordare l’episodio traumatico ed episodi dissociativi (più raramente)
È da sottolineare che l’eventuale situazione traumatica vissuta non è condizione sufficiente per far si che si configuri un Disturbo post-traumatico da stress, ma dipende molto anche dai significati che la persona assegna all’evento: ciò che è legato, da una parte, alle specifiche variabili psicologiche della persona che entrano in gioco nella valutazione della situazione complessiva. Ossia sembra essere necessaria una personalità predisposta a sviluppare un Disturbo post-traumatico da stress, che sarebbe contrassegnata da aspetti quali: esperienza soggettiva di estrema paura, vissuto di impotenza, percezione di minaccia per la vita e di una potenziale violenza fisica.
Se la maggior parte delle persone non pare sviluppare un Disturbo post-traumatico da stress anche quando vive traumi significativi, d’altra parte, potrebbe essere sufficiente un trauma di modesta entità per scatenare un Disturbo post-traumatico da stress in certe persone. Dipende, dunque, dal significato soggettivo legato all’evento vissuto, ed è pensabile che circostanze attuali possano rievocare traumi passati.
Bibliografia:
Glenn O. Gabbard, "Psichiatria psicodinamica", Raffaello Cortina Editore, 1995
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