GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO
Con la formula di 'gioco d'azzardo patologico' (GAP) o 'ludopatia', si indica un persistente bisogno di giocare che vede l’aumento progressivo del tempo e del denaro impegnati nel gioco fino a comportare un condizionamento significativo degli altri ambiti della propria vita: la famiglia, il lavoro, il tempo libero. Si arriva al punto di investire di più rispetto alle proprie possibilità economiche e si arriva a far sì che, per il gioco, si trascurino i quotidiani impegni della vita. Quando si parla di gioco d’azzardo non ci si riferisce solamente ai giochi che si possono fare all’interno dei luoghi notoriamente adibiti a tali attività come i casinò (le slot-machines, la roulette, i vari giochi con le carte), ma a tutte quelle situazioni particolari che permettono la possibilità di scommettere dei soldi in un’attività la cui vincita è quasi esclusivamente aleatoria: le vecchie schedine del totocalcio e le scommesse sportive, il lotto, l’enalotto ed il Superenalotto, “Win for life” e tutti i Gratta e vinci che vengono messi in commercio, le sale Bingo, le Videolottery nei bar ed i giochi on line (soprattutto il poker).
A poco a poco diviene centrale, nella vita della persona che gioca, il desiderio di giocare d’azzardo e scommettere, ricercando le forti emozioni che si provano nei momenti topici del gioco: viene ricercata la cosiddetta scarica di adrenalina.
Si arriva al punto in cui, senza rendersene conto, lo scommettere o il giocare d’azzardo diventano un vero e proprio bisogno che, se non si riesce a soddisfare, comportano nel giocatore malumore ed irascibilità fino a sfociare, nelle situazioni più problematiche, in comportamenti connotati da aggressività e violenza.
È proprio per questa ricerca spasmodica della possibilità di ‘giocare’ che la ludopatia, in ambito clinico, viene paragonata ai comportamenti compulsivi, senza controllo, che hanno luogo nelle persone caratterizzate da una condizione tossicomanica: il gioco d’azzardo patologico viene infatti considerato una "dipendenza senza sostanze". E così come con le sostanze psicoattive, si viene a determinare una situazione nella quale la persona assorbita dall’attività del gioco d’azzardo non ritiene di avere un problema, quasi sempre lo nega, ma il problema o, se si vuole, una situazione di crisi, di fatto esiste poiché tutto il resto della sua quotidianità (affetti, interessi, lavoro) gli si va pian piano sgretolando sotto i piedi.
Nell’affrontare la problematica del gioco d’azzardo patologico è certamente da considerare l’importanza dei fattori sociali: non è un caso, naturalmente, che il numero delle persone che si sono trovate implicate in questa condizione clinica sia aumentato in misura esponenziale con la decisione dello Stato italiano, con esclusive finalità economiche, di diffondere a dismisura, attraverso assidue e persistenti campagne pubblicitarie, le possibilità di gioco e di scommesse.
È importante differenziare, infine, il gioco d’azzardo saltuario e occasionale dal gioco d’azzardo considerato patologico: non è che siccome una persona gioca o scommette occasionalmente la si debba considerare ludopatica ma vanno indagate soprattutto la misura, ovvero la frequenza del gioco, e la motivazione, ossia che cosa si cerca realmente con quell’azione.
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