Fonte: Fuoriluogo
29.04.2007
La definizione di malattia cronica recidivante è stata accolta con entusiasmo nell’ambiente dei servizi, poiché ha consentito di liberare la dipendenza da sostanze dalla gogna alla quale alcuni moralisti vogliono condannarla. Tuttavia, invece di rappresentare, come era giusto sperare, lo spunto per un approfondimento di questa strana forma di sofferenza, questa definizione si è trasformata nel nuovo paradigma del modello anatomo-fisiologico proposto da Claude Bernard e Xavier Bichat quasi due secoli fa.
Il problema è che il nostro cervello non è un organo uguale agli altri, deputato ad una singola funzione elementare, ma ha il compito di mettere in relazione il contesto (attraverso gli organi di senso), l’insieme degli organi ed il sistema motorio, per potere impostare in ogni momento l’interazione migliore a seconda delle circostanze esterne e delle condizioni interne, che si tratti di ottenere un beneficio o di evitare un pericolo per l’organismo.