- PREFAZIONE
Esiste un qualche legame fra la psicoanalisi di Freud e il materialismo dialettico di Marx ed Engels? Rispondere a questa domanda, scoprire questi legami, se essi esistono, è lo scopo che ci proponiamo. La nostra risposta ci autorizzerà anche a dire se si possa aprire una discussione sui rapporti della psicoanalisi con la rivoluzione proletaria e la lotta di classe.
Non appena si abbandona il terreno peculiare della psicoanalisi e specialmente quando si tenta di applicarla ai problemi sociali, la si trasforma immediatamente in una Weltanschauung, una concezione del mondo, una specie di filosofia; essa prende allora la forma di sistema psicologico, di sistema che, contrariamente al marxismo, preconizza il regno della ragione e pretende di migliorare il divenire sociale per mezzo di una regolamentazione tesa al controllo cosciente degli istinti. Questo razionalismo utopistico - che tradisce d’altronde una concezione individualistica del fenomeno sociale - non è né originale né rivoluzionario ed esula dalla competenza della psicoanalisi. Quest’ultima, secondo la definizione del suo stesso fondatore, è soltanto un metodo psicologico che, servendosi di procedimenti scientifici, cerca di descrivere e spiegare la vita psichica intesa come un dominio particolare della natura. Poiché non è un sistema filosofico, poiché non è nemmeno capace di generarne uno, la psicoanalisi non potrebbe né sostituire né completare la concezione materialistica della storia. Scienza naturale, essa non ha niente in comune con le concezioni storiche di Marx.
Il vero oggetto della psicoanalisi, tuttavia, è la vita psichica dell’uomo divenuto essere sociale. Essa non si occupa della psicologia delle masse se non in quanto vi appaiono fenomeni individuali (problema del capo, per esempio) e in quanto, grazie alle sue esperienze sull’individuo, essa può spiegare le manifestazioni “dell’anima delle masse” quali la paura, il panico, l’obbedienza, ecc.
Ma il fenomeno della coscienza di classe sembra esserle appena accessibile, e problemi come il movimento di massa, la politica, lo sciopero, che sono di competenza della sociologia, sfuggono al metodo psicoanalitico. Esso non può quindi sostituirsi alla sociologia, né trarre da sé una dottrina sociologica. Tuttavia, rispetto alla sociologia, può esercitare la parte di scienza ausiliaria, sotto forma di psicologia sociale, per esempio.
La psicoanalisi può scoprire le cause irrazionali che spingono una natura di capo[1] ad accostarsi al socialismo piuttosto che al nazionalismo, e viceversa; essa può anche distinguere l’influenza delle ideologie sociali sullo sviluppo psichico dell’individuo. Le critiche marxiste hanno dunque ragione quando rimproverano a molti psicoanalisti di voler spiegare quello che, con il loro metodo, non è spiegabile; ma hanno torto quando identificano il metodo con coloro che lo applicano e quando gli fanno carico degli errori commessi da questi ultimi.