Non è facile, per me, scrivere sul documentario prodotto da Netflix, perché sono implicato nella vicenda e naturalmente il mio punto di vista ne risente. Il clima generale del film è tragico. Noi italiani siamo più in sintonia con la commedia o il melodramma o al massimo con l'ilarotragedia, ma in questa vicenda c'è veramente poco da ridere. I protagonisti o meglio i co-protagonisti si presentano al tempo odierno e dialogano con i se stessi della vicenda di cui sono stati attori. Tutto gira attorno alla figura e alle pratiche di Vincenzo Muccioli che, se così si può dire, viene evocato dai racconti e manifestato visivamente dagli archivi. Più che in una comunità ci troviamo, come dice Andrea Muccioli, il figlio e continuatore del fondatore, in una comune Hippy. Ma non siamo in California durante la summer of love ma sulle colline riminesi nel comune di Coriano. Su queste colline, forse per via del turismo di massa che ha portato sulla costa, nel corso di qualche decennio, decine di milioni di persone da tutta Europa, sono possibili ricombinazioni culturali da territorio cosmopolita. Ma tutto, come viene descritto da Pier Andrea, fratello minore di Vincenzo, nascerebbe dalla passione per l'esoterismo e dalla sua capacità di farsi medium nella evocazione degli spiriti. In una atmosfera faustiana l'entità evocata avrebbe indicato la collina di Sanpatrignano come il luogo per iniziare una attività concreta in favore degli emarginati.
L'inizio delle attività avviene in un anno in cui in Italia succede tutto: rapimento ed uccisione di Aldo Moro, il primo governo con i comunisti nella maggioranza da quando esiste il patto atlantico, e l'approvazione della legge 180 che modifica radicalmente i motivi per cui una persona può essere privata della libertà pur non avendo commesso un reato. La legge del 1904 prevedeva l'internamento in manicomio se la persona veniva riconosciuta: "pericolosa a sé ed agli altri e di pubblico scandalo". La nuova legge prevede che i trattamenti sanitari obbligatori siano regolati da una proposta, poi da una convalida di un medico della struttura pubblica, e siano disposti dal Sindaco in quanto autorità sanitaria locale. Questa nuova regolamentazione interrompe gli ingressi nei manicomi e ne avvia la chiusura fra aspre polemiche.