LORENZO SARTINI
  • Home
  • Psicologo e psicoterapeuta
  • Formatore
    • Collaborazioni
  • Articoli
    • Scritti
    • Articoli tradotti
  • Incontri
  • Spunti
  • Riferimenti
    • Sigmund Freud
    • Enrique Pichon-Rivière
    • Josè Bleger
    • Armando J. Bauleo
    • Luigi "Gino" Pagliarani
    • Georges Lapassade
  • Links
  • Contatti

Agamben contro il delirio occidentalista

24/11/2015

 
"Perché lo stato di emergenza non può essere permanente"
Il filosofo critica la decisione di Hollande di modificare la Costituzione “È pericoloso accettare qualsiasi limitazione della libertà in nome della sicurezza”
MARIE RICHEUX

Questo testo è un estratto dell’intervista rilasciata da Giorgio Agamben a France Culture, la radio pubblica francese, che ha mandato in onda uno speciale sulla strage del 13 novembre e sulla rezione del governo invitando il filosofo a riflettere su questo tema in particolare: “ Francois Hollande ha proposto di modificare la Costituzione cambiando durata e modalità dello “ stato di emergenza” per rispondere al meglio al “ terrorismo di guerra”.

«Lo stato di emergenza non è un scudo per lo stato di diritto come ha detto qualcuno. La storia insegna che è vero esattamente il contrario. Tutti dovrebbero sapere che è proprio lo stato di emergenza previsto dall’articolo 48 della Repubblica di Weimar che ha permesso ad Hitler di stabilire e mantenere il regime nazista, dichiarando immediatamente dopo la sua nomina a Cancelliere uno stato di eccezione che non fu mai revocato. Quando oggi ci si stupisce che si siano potuto commettere in Germania tali crimini, si dimentica che non si trattava di crimini, che era tutto perfettamente legale, perché la Germania era in stato di eccezione e le libertà individuali erano sospese. Perché lo stesso scenario non potrebbe ripetersi in Francia? Quello che voglio dire è che, com’ è avvenuto in Germania, un partito di estrema destra potrebbe domani servirsi dello stato di emergenza introdotto dalla socialdemocrazia.

Bisognerebbe riflettere sulla nozione di sicurezza, che oggi si sta sostituendo a ogni altro concetto politico... La gente deve capire che la sicurezza di cui si parla tanto non serve a prevenire le cause, ma a governare gli effetti. E’ quel che avviene col terrorismo.

I dispositivi biometrici di sicurezza, che sono state inventati in Francia da Bertillon nel XIX secolo, erano pensati per i “recidivisti”, servivano cioè a impedire un secondo colpo. Ma il terrorismo è una serie di primi colpi, che è impossibile prevenire. Ciò che dobbiamo capire è che le ragioni di sicurezza non sono rivolte alla prevenzione dei delitti, ma a stabilire un nuovo modello di governo degli uomini, un nuovo modello di Stato, che i politologi americani chiamano appunto “security State”, stato di sicurezza. Di questo Stato, che sta prendendo ovunque il posto delle democrazie parlamentari, sappiamo poco, ma sicuramente non è uno Stato di diritto, è piuttosto uno stato di controlli sempre più generalizzati. È uno Stato in cui, come avviene oggi, la partecipazione dei cittadini alla politica si riduce drasticamente e il cittadino, di cui si pretende di garantire la sicurezza, è trattato nello stesso tempo come un terrorista in potenza...

Lo stato di emergenza è qualcosa che esiste da molto tempo, ma è sempre stato pensato come una misura provvisoria, per fronteggiare un evento specifico limitato nel tempo al quale si rispondeva con misure limitate nel tempo... Nello Stato di sicurezza, il patto sociale cambia di natura e degli uomini che vengono mantenuti sotto la pressione della paura sono pronti ad accettare qualunque limitazione delle libertà».

«Hollande ha detto che la Francia è in guerra, ma il terrorismo non è esattamente la stessa cosa della guerra. Siamo in guerra, ma contro chi? Perché vi sia una guerra, è necessario che vi sia un nemico chiaramente identificabile. Nel terrorismo, la figura del nemico si indetermina e diventa fluida, il terrorismo è per definizione una nebulosa, dentro la quale agiscono attori di ogni genere, compresi in prima fila i servizi segreti di stati con cui si intrattengono relazioni amichevoli.

Dire che la Francia è in guerra contro il terrorismo equivale a dire che è in guerra contro un nemico che non si conosce e che potrebbe essere chiunque. Non è con lo stato di eccezione e con i dispositivi di sicurezza che si può combattere il terrorismo, ma con un cambiamento radicale della politica estera, per esempio, cessando di vendere armi e di avere rapporti privilegiati con gli stati che direttamente o indirettamente alimentano il terrorismo».

(da La Repubblica del 24/11/2015)


Comments are closed.
    SPUNTI
    DI
    RIFLESSIONE



    Archives

    September 2022
    January 2021
    July 2020
    February 2020
    December 2019
    March 2019
    June 2018
    May 2018
    August 2017
    June 2017
    January 2017
    December 2016
    September 2016
    February 2016
    November 2015
    October 2015
    September 2015
    July 2015
    April 2015
    March 2015
    February 2015
    November 2014
    October 2014
    August 2014
    July 2014
    April 2014
    March 2014
    February 2014
    January 2014
    December 2013
    November 2013
    October 2013

    Categories

    All
    ADHD
    Armando Bauleo
    Basaglia
    Baudrillard
    Bolognini
    Calcio
    Calvino
    Campo
    Cannabis
    Capri Espiatori
    Deleuze
    Desiderio
    Dipendenze
    Eduardo Colombo
    Eduardo Galeano
    Emergente
    Enrique Pichon Riviére
    Enrique Pichon-Riviére
    Franco Berardi
    Freud
    Gender
    Giorgio Agamben
    Giorgio Parisi
    Guattari
    Inconscio
    Legge 180
    Leonardo Montecchi
    Materialismo Dialettico
    Materniatà
    Morin
    Omosessualità
    OPG
    Ortodossia
    Paolo Magatti
    Pier Aldo Rovatti
    Piero Coppo
    Psichiatria
    Psicoanalisi
    Raffaele Fischetti
    Roberto Losso
    Roger Bastide
    San Patrignano
    Sartre
    Scienza
    Scuola
    Selfie
    Vegetti Finzi
    Vincolo
    Werner Herzog
    Wilhelm Reich

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.